I «maggiaioli» sono, senza dubbio, la più antica aggregazione di San Pellegrino. Essi affondano le loro radici nei primi albori di Castro Contranense. In quel tempo un piccolo gruppo di abitanti, forzuti e virili villici, la notte tra il 30 aprile ed il 1° maggio, si recava a tagliare un pioppo per celebrare l’antico rito pagano del “calenne di maggio”. Il rito era in origine propiziatorio della fertilità.
La Chiesa, sin dal secolo XIII°, ha sempre tentato di ostacolare e di estirpare simili superstizioni. Con il passare del tempo, le tradizioni pagana e cristiana si fusero e gli antichi riti pagani venivano assumendo, sempre di più, lo spirito degli eventi straordinari cristiani. Il pioppo, nel rito pagano, generalmente veniva scelto perché era la pianta che più rispondeva all’immaginario delle primitive popolazioni per la sua altezza che avvicinava idealmente agli dei dell’universo. Successivamente, la leggenda cristiana attribuisce anche al pelllegrino un bastone dal simile legno. Il “pioppo” venne chiamato anche “maggio”, dal mese in cui si celebrava il rito pagano e nel quale avvenne il ritrovamento del pellegrino.
In tempi successivi, quelli che oggi sono chiamati i «Maggiaioli» si collocarono certamente a fianco della più antica aggregazione cristiana del borgo, la Confraternita di San Pellegrino, di cui si ha notizia a partire dalla prima metà del ‘400.
L’ingegnere Francesco Pallucca, noto sanpellegrinese per essere stato promotore e cultore di varie attività del paese, ricorda, in un suo scritto, che nell’anno 1960 si costituì ufficiosamente, in forma più concreta, l’unione dei maggiaioli, foggiando così il primo organismo che rappresentasse, in forma associativa, l’antico gruppo dei “tagliatori del pioppo”, per dare una nuova impronta organizzativa nel procedere in maniera più disciplinata e consapevole.
Fu anche dopo questo anno che il sodalizio allargò la sua sfera di competenza, promuovendo manifestazioni folcloristiche e culturali di vario genere.
Furono rifatti lo sterzetto, le scale, le corde, le accette, fu rispolverato “l’abito villico”, costituito da una corta tunica senza maniche di iuta color corda, che i «tagliatori del pioppo» indossano come vestimento durante tutto il cerimoniale del taglio e dell’alzata del pioppo.
Il 16 febbraio 1991 un gruppo di «Maggiaioli» e più precisamente: Rino Santioni, Carlo Moriconi, Ilario Fumanti, Remo Pucci, Erminio Fofi, Mario Farneti, Saverio Pallucca, Sandro Pallucca e Gianluca Mariucci costituirono un’associazione denominata “Associazione Maggiaioli San Pellegrino”.
Si legge nell’articolo III dell’atto costitutivo: «L’associazione è assolutamente apolitica senza scopo di lucro alcuno ed il suo scopo è di proseguire a valorizzare la tradizione della festa del Patrono.» Tutti i paesani ne fanno parte idealmente, perché l’associazione rappresenta, in qualsiasi modo, tutta la comunità sampellegrinese. Tutti riconoscono all’Associazione dei Maggiaioli anche la funzione di pro-loco.
Già prima della costituzione ufficiale in associazione, i «Maggiaioli» operarono in questo senso:
– nel 1984 ha costruito un piccolo altare, che è stato dedicato al santo patrono, eretto sul luogo ove la leggenda indica il punto del ritrovamento del corpo del pellegrino;
– nel 1975 ha stampato un opuscolo intitolato “San Pellegrino” redatto da alcuni sampellegrinesi;
– nel 1985 ha realizzato un gran capannone in struttura metallica, che viene, di volta in volta, montato sulla piazza antistante la scuola, in particolari circostanze celebrative;
– nel 1984 ha eretto una casetta in lamiera sul terreno della parrocchia ove sono custoditi i numerosi attrezzi per la festa del “Maggio”;
– nel 1990 ha fatto fare delle piastrelle in ceramica, raffigurante la scultura che è sulla facciata della chiesa parrocchiale e che quasi tutti i sampellegrinesi hanno posto murata all’ingresso della propria abitazione come segno di devozione al santo;
– nel 1988 ha costruito e innalzato, con illuminazione notturna, sul Monte Camera, una croce metallica alta 12 metri;
– nel 1991 ha iniziata la messa a dimora di numerosi piccoli alberi di pioppo lungo il greto di fossi e di ruscelli;
– nel 1993 ha fatto stampare un libretto con la storia a fumetti sull’origine di San Pellegrino, realizzato da Luigi Gaudenzi intitolato “C’era una volta 1000 anni fa”;
– nel 1995 ha partecipato, a pari condizioni con il Comitato per i Festeggiamenti dell’8 settembre, alle spese per l’impianto fisso dell’illuminazione della chiesa e del campanile parrocchiale nonché per gli addobbi di festoni stradali;
– nel 1995 ha consegnato una medaglia ricordo al decano dei maggiaioli Ugo Spigarelli;
– nel 1997 ha organizzato, insieme al Gruppo Fotografico Gualdese, il Primo Concorso Fotografico Nazionale in ricordo di Gianluca Baldelli e Carla Cotulelli;
– nel 1997 ha donato al Pronto Soccorso dell’ospedale di Gualdo Tadino un telefono cellulare.
Dopo la costituzione dell’associazione e in aggiunta:
– organizza e promuove, ogni anno, manifestazioni culturali, ricreative e folkloristiche;
– partecipa alle opere benefiche, assistenziali e umanitarie promosse nell’ambito parrocchiale.
Figura caratteristica e poliedrica è quella del “Capomaggio”. Il nome dice tutto, egli è il primo «maggiaiolo» e viene nominato dai «maggiaioli». E’ una delle figure primarie nell’organizzazione. E’ il responsabile materiale della scelta del “pioppo” e del coordinamento del cerimoniale del “taglio”, del “trasporto” e dell’”alzata” in piazza. E’ lui che, con la sua vitalità, trascina i «maggiaioli» nella faticosa prova e nel contempo frena le cariche giovanili troppo esuberanti. Da lui, insomma, dipende il buon andamento e la riuscita del cerimoniale la notte del 1° maggio.
In realtà la figura del «Capomaggio» non è né ufficializzata né codificata negli statuti. Essa trae la propria esistenza da un costume secolare ormai definitamente consolidato. Vengono ricordati Domenico Pallucca detto “Menco” e Costantino Palucca detto “Carlino”. Attualmente è Paolo Volpolini.
L’esperienza dei maggiaioli rimane un esempio di solidarietà e fratellanza, che accomuna e lega tutti i sampellegrinesi, senza condizionamenti di interessi. I sampellegrinesi, in riferimento all’associazione, riescono a convivere in armonia, perché la festa è sentita da tutti e non è considerata una gara che contrappone gli uni agli altri; essa costituisce un esempio per tutto il comprensorio gualdese.
Presidente dell’Associazione Maggiaioli: Alessio Ramacci
Fonte: Ugo Giacometti, San Pellegrino di Gualdo Tadino, 2000.